"sì, lo voglio" - amare Lui fino alla morte - Nicolò Vescovo
"Non temere di salire sui tetti della città a dire Gesù Cristo": con questo augurio il cardinal Angelo Bagnasco ha ordinato a Genova un nuovo giovane vescovo, che da subito assume la funzione di Vescovo vicario. E sarà davvero un vescovo che salirà sui tetti, Nicolò Anselmi. La cattedrale straripante di persone che lo hanno conosciuto e amato nei suoi vent'anni di sacerdozio lo sapeva bene: che il vescovo Nicolò, immesso, come ha detto Bagnasco, nel fiume della successione apostolica, sarà un pastore che per il suo gregge "santificherà se stesso", sarà "profeta dello Spirito nel mercato della materia", sarà "annunciatore del futuro in un mondo che sembra aver perso la sua storia". Il vescovo Nicolò avvolto dall'affetto della gente, commossa davanti a lui emozionato mentre rispondeva "sì, lo voglio" a nove domande che lo impegnavano ad adempiere fino alla morte il ministero a lui affidato dagli Apostoli
"che emozione, sentirmi chiedere questo fino alla morte- confidava poi a tutta la cattedrale- è una cosa che ho sempre desiderato: amare fino alla morte Lui che ci ama fino alla morte."
Il vescovo Nicolò che custodirà il deposito della fede, che contribuirà a edificare nell'unità la Chiesa, che presterà obbedienza al successore di Pietro, che si prenderà cura del popolo, accogliente verso i poveri, in cerca delle pecore smarrite, pregando senza stancarsi mai: sì, lo voglio, rispondeva ogni volta, e all'imposizione delle mani il silenzio della liturgia diventava il silenzio di tutti, di chi lo aveva conosciuto ragazzino a Quinto e giovane prete alla Foce, e poi a Pontedecimo, a Roma e nei vicoli delle Vigne, e qui, e ovunque, al liceo Doria come a san Matteo come a Roma, i giovani, gli scout, quelli dell'Azione cattolica, quelli che hanno giocato al pallone e sciato e scalato montagne con lui, con lui cercando Dio e trovandolo nei poveri nei barboni e sull'autobus, i giovani della Pastorale giovanile, cittadina, nazionale, e oltre ancora: in cattedrale c'erano amici da Roma e c'erano scout genovesi di oggi e di quarant'anni fa, c'erano quelli delle giornate mondiali della gioventù da Tor Vergata in avanti, e c'erano i genitori di quei suoi giovani e i suoi giovani già padri e già madri ma ancora intorno al loro nuovo vescovo. Il silenzio, l'imposizione delle mani, e l'effusione dello Spirito su don Nicolò: un grande dono per tutti. Dopo, l'applauso infinito.
"Il Signore si serve delle nostre povere persone per realizzare il suo progetto d'amore- ha detto alla fine della celebrazione e si serve di me: questo vale per me e per tutti. Ho gratitudine e stupore per questo tesoro che mi viene affidato, in vasi di creta..." E poi la dichiarazione più bella: "Gesù ne scelse dodici perché stessero con lui..." e un vero programma pastorale: "stare con Lui : sento che Gesù lo desidera.. stiamo con Lui, aiutiamoci a lasciarci amare da Lui, perché Lui possa stare con noi".
Poi un desiderio espresso nel giorno della sua ordinazione episcopale ( "dicono che in questo giorno il desiderio viene certamente esaudito", sorride), un desiderio che è una preghiera: "che aumentino le vocazioni al sacerdozio". Ha ringraziato tutti, il vescovo Anselmi, un elenco veloce e pieno d'affetto e un ringraziamento speciale: "Ringrazio ufficialmente il mio Angelo custode" ha detto, spiegando che come già tante volte in montagna e per strada con la moto, anche il giorno prima il "suo" angelo gli aveva risparmiato una gamba rotta, o peggio, cadendo dalle scale durante il suo ritiro spirituale. E tutti, a quel punto, hanno capito che il vescovo ausiliare di Genova continuerà a essere il don Nicolò di sempre.
Scritto da Daniela Ghia