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Famiglie genovesi in Terra Santa - Un’esperienza spirituale straordinaria

Pellegrinaggio guidato da Don Gianfranco Calabrese e Don Piero Pigollo nei luoghi della vita di Gesù

Un’esperienza spirituale straordinaria

"Viaggio molto interessante e ricco di emozioni...” - giudizio di per “ sé simile a quello che si può dire di molte esperienze.....come allora rendervi partecipi almeno in parte di questo pellegrinaggio in Terra Santa, svoltosi dall’14 al 19 luglio, sotto la guida spirituale di Don Gianfranco Calabrese e Don Piero Pigollo?
Comincio proprio dai nostri due sacerdoti perché è grazie alle loro parole, ai loro interventi, che serbo ancora nel cuore non solo bei ricordi, ma soprattutto indicazioni precise per la vita! Don Piero ha cominciato l’omelia della sua prima messa in questo viaggio ricordandoci che oltre a ringraziare il Signore per il dono di questa esperienza, l’importante è essere consapevoli che “dove è carità e amore, lì c’è Dio” da qui il suo augurio per tutti noi di cercare e trovare Dio nei semplici gesti di amore quotidiani che sappiamo farci tra coniugi, familiari e amici.
Don Gianfranco ci accoglieva sul pulman con la sua immancabile ironia che gli permetteva di “soprassedere” su alcune preghiere comuni (dando per scontato che avessimo già provveduto per nostro conto!) e ci forniva spiegazioni illuminanti, come per esempio quella sulla facciata della Basilica dell’Annunciazione. Nessuno di noi, e neanche la preparatissima guida Miriam, avrebbe messo in connessione la struttura concava della facciata con l’accoglienza di Maria dell’annuncio del Mistero dell’Incarnazione. Egli si è rivolto a noi lanciandoci questa sfida: da questo luogo “dell’impossibile”, dove “verbum caro hic
factum est”, riuscire anche noi ad accogliere la Parola perché si faccia carne in noi.
Semplici e significative le parole di fratel Marco dei piccoli fratelli di Charles De Foucauld. “Se crediamo nella reincarnazione, cioè che Dio si faccia ogni
giorno carne in noi, allora vediamo Dio, lo contempliamo nella nostra vita perché egli si sposa con il nostro vivere quotidiano”. Fratel Marco ci ha inoltre consigliato di “fotografare” nel nostro quotidiano qualche riflesso del volto di Dio, da conservare dentro di noi. Ci ha quindi comunicato cosa egli personalmente fa prima della fine dell’anno: scrive le parole che il Signore gli ha detto, così da ripercorrere un anno alla luce della Parola di Dio. Un augurio quindi di meditare e adorare nel silenzio, dopo aver letto la Parola di Dio o celebrato l’Eucarestia, consapevoli che lo Spirito ci educa: è attraverso lo Spirito che riusciremo a capire il senso di una sofferenza e a trovare la pace interiore.
Durante la celebrazione dell’Eucarestia a Cana, abbiamo rinnovato le promesse fatte il giorno del nostro matrimonio e riflettuto su come la coppia sia la prima immagine di Chiesa, luogo della presenza di Dio e perciò effettiva espressione dell’amore di Dio per l’uomo!
Ecco allora che le attenzione che mio marito ha nei miei confronti diventano quelle di Dio e, se crediamo nella potenza di Dio, saremo capaci di “vedere
oltre” le difficoltà dell’amore umano e ricorderemo quelle parole di Maria proprio a Cana: “Qualsiasi cosa vi dica, fatela” Maria è alle nozze con Gesù e per prima si accorge di cosa manca, manca la gioia vera, per questo addita suo figlio e ci esorta a seguirlo perchè è lui il vino novello, l’elemento basilare della festa che la rende gioiosa e piena di vita! Rendiamolo quindi presente nei nostri gesti di Amore! La trasformazione dell’acqua, (che, attenzione era impura perché adibita alla purificazione) in vino, è il simbolo dell’umanità rinnovata e ci ricorda che durante tutta la vita Cristo può trasformare i nostri peccati in possibilità di grazia!
Sempre su questo tema, la visita alla basilica del “Gallicantum” ha favorito riflessioni sull’esperienza del perdono vissuta da Pietro. Anche noi rinneghiamo in diversi modi il Signore, ma Egli interviene sempre nella nostra vita, ci guarda come ha guardato Pietro, perdonandoci perché è venuto per salvarci, per “alzarci” a Lui!
Altro pensiero che debbo a Don Gianfranco è la riflessione sul segno dei pani e dei pesci: esso che è conosciuto come il miracolo della moltiplicazione nasce
paradossalmente da una divisione che Gesù ha fatto di pochi pani e pesci per darne a tutti, come a ricordarci che da semplici gesti di con-divisione nasce
l’abbondanza!
A Betlemme, Don Piero ci augura un “Buon Natale!” nel cominciare la celebrazione eucaristica nella grotta, in pieno Luglio! Egli ci ricorda come questo mistero sia da noi rinnovato ogni volta che ci rivolgiamo alla Madonna con le parole: ”il Signore è con te!”. Ci esorta perciò a lasciarci coinvolgere, come i semplici pastori di Betlemme, dalla normalità di Dio - “ricordiamoci che il Signore dice a tutti noi - ”sono qui, sono nato per te!”
Interessante la presentazione di padre Sergio sulle vicende storiche, politico e religiose della Terra Santa fin dall’epoca delle Crociate, in particolare ho riflettuto sulla longeva presenza dei francescani custodi di Terra Santa in questa regione e sul loro prezioso apporto/supporto nel campo educativo e caritativo . “Custodire” è proprio ciò a cui l’uomo è chiamato a fare ovunque si trovi: custodire la vita, l’ambiente, l’amore e la pace.
Queste le riflessioni che ho raccolto e su cui mi sono soffermata rileggendo gli appunti scritti sul mio taccuino. Conserverò con gioia il ricordo dell’armonia creatasi tra le coppie, le famiglie, i religiosi e le religiose del nostro folto gruppo (eravamo circa 70!)
Ho ammirato la competenza delle nostre guide e la profondità di Don Piero e Don Gianfranco, mi piacerebbe poter vivere un altro tipo di pellegrinaggio in
questi luoghi- più somigliante alla salita a Gerusalemme di Gesù ragazzo – a piedi, senza pensiero per eventuali acquisti, ma semplicemente camminando con
poche cose e contemplando la presenza del Signore nella nostra vita!


Isabella Besio (Articolo de "Il Cittadino" del 6 settembre 2015)

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